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ll gran ballo degli esordienti al tavolo di Romano Prodi

20 January 2004

«Tre donne intorno al cor ...» - potrebbe essere questo il motto con cui Romano Prodi, il 1 maggio prossimo, accoglierà i nuovi commissari europei che entreranno a far parte del collegio da lui presieduto. I nuovi dieci membri dell'Unione hanno infatti diritto a nominare ciascuno un commissario, portando così la composizione del collegio a 30 membri, anche se solo fino al 1 novembre prossimo. E' però probabile che i dieci esordienti restino in carica anche nella nuova Commissione, che sarà invece composta da 25 membri (presidente compreso). In base al Trattato di Nizza, infatti, Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna dovranno rinunciare al loro secondo Commissario.
Perché la citazione dantesca? Perché Prodi ha chiesto che fra i prescelti ci siano almeno tre commissarie, in modo da mantenere l'equilibrio fra i sessi esistente nell'attuale Commissione. E, da quanto è filtrato finora dalle capitali dei dieci nuovi partner, le sue speranze dovrebbero essere esaudite. Il governo lituano, infatti, proporrà l'attuale ministro delle Finanze Dalia Grybauskaite, mentre dalla vicina Lettonia verrà il ministro degli Esteri Sandra Kalniete. A far raggiungere la "quota" fissata da Prodi dovrebbe bastare la scelta - annunciata ufficiosamente qualche giorno fa dal quotidiano Gazeta Wyborcza - del ministro polacco per gli affari europei (ed ex membro della Convenzione) Danuta Hubner: scelta osteggiata però da una parte della maggioranza, che le imputa troppa condiscendenza verso l'asse franco-tedesco e che preferirebbe invece inviare a Bruxelles il ministro degli Esteri Wlodzimierz Cimoszewicz. E' possibile tuttavia che proprio la necessità di ricucire politicamente con Parigi e Berlino, dopo l'aspro scontro sul sistema di voto al recente Consiglio Europeo di Bruxelles, induca Varsavia ad insistere sulla ministra.
E chi saranno il Guido, il Lapo e gli altri che saranno presi, come per incantamento, nel miglior "club" europeo? In tutti i paesi la tendenza è a privilegiare figure con una forte esperienza internazionale, in qualche caso gli stessi diplomatici che hanno negoziato negli anni scorsi l'adesione all'Ue. Fra le ragioni c'è senz'altro la necessità di avere persone competenti e influenti al tavolo in cui, già questa primavera, si comincerà a discutere seriamente - fra le altre cose - del bilancio comunitario 2007-2013.
L'unico paese baltico a non nominare una donna è l'Estonia, che sarà rappresentata a Bruxelles dall'ex premier ed ex ministro (Esteri e Finanze) Siim Kallas. La Slovenia pare decisa ad inviare il ministro per gli Affari europei (ed ex negoziatore) Janez Potocnik. In Slovacchia le carte migliori sono in mano all'ex negoziatore Jan Figel, ma non si può escludere che lo stesso premier Mikulas Dzurinda - qualora gli si prospettasse la possibilità di avere un portafoglio di qualche peso nella prossima Commissione - decida di trasferirsi a Bruxelles, dopo sei anni alla guida del governo di Bratislava. In Ungheria l'alternativa è fra l'ex negoziatore Endre Juhasz e l'ambasciatore all'Ue (ed ex membro della Convenzione) Peter Balasz. Nella Repubblica Ceca, fra l'attuale ministro degli Esteri Cyril Svoboda, l'ambasciatore all'Ue (ed ex negoziatore) Pavel Telicka, e l'ex ministro delle Finanze Pavel Mertlik. Infine, dal Mediterraneo dovrebbe venire il ministro degli Esteri cipriota George Iacovou, mentre a Malta la partita è ancora aperta fra il ministro degli Esteri Joe Borg, quello delle Finanze John Dalli, e l'ex negoziatore Cachia Caruana. La lista finale dovrebbe comunque essere ufficializzata entro la fine di febbraio.